Passa ai contenuti principali

BOOTS ON THE GROUND - SUL CAMPO

Cosa ci fa un architetto con un rinoceronte? Gli disegna la casa? Gli arreda il giardino nella savana? No – se si chiama David Marmonti – lo salva dai bracconieri, dalle loro motoseghe che tagliano il corno di questi impressionanti animali mentre sono vivi e storditi, senza alcuna anestesia. 

 E’ il bracconaggio, bellezza. I corni sono così desiderati perché sul mercato valgono 100mila euro al chilo (più della cocaina). Un esemplare adulto ha un corno di circa 3 chili e in alcuni paesi dell’Asia – come scrive il WWF – è ancora diffusa la credenza che la polvere di corno sia curativa, praticamente miracolosa. Nello Yemen – scrive ancora il WWF – il corno di rinoceronte viene utilizzato come manico della “Jambiya”, il tradizionale pugnale ricurvo. La ricchezza portata dal petrolio ha fatto aumentare questa moda contribuendo all’uccisione del 90% dei rinoceronti in Kenya, Tanzania e Zambia e alla loro estinzione in 7 paesi. E allora, nonostante i rinoceronti si trovino in riserve sorvegliate e controllate dai ranger locali, i bracconieri gli danno comunque la caccia. E qui entra in campo David Marmonti, il “white man” che difende i rinoceronti gratis. David si è addestrato per 2 anni, seguendo corsi con fucile, di occultamento con mimetizzazione (per appostarsi senza farsi vedere e informare le altre squadre) e procedure di movimento tattico. Poi ha aggiunto altri 24 mesi di addestramento, direttamente sul campo:praticamente ha imparato a cavarsela in un ambiente ostile per l’uomo, dove alla minaccia dei bracconieri si aggiungono serpenti, ragni, iene, licaoni, elefanti, leoni, ippopotami, grandi primati e gli stessi rinoceronti. I quali vanno preservati e le sterminate riserve dove trovano ospitalità devono essere pattugliate. Nella Savana una persona non preparata durerebbe poco e quelle ore non gli piacerebbero affatto. “In 4 secondi – racconta David – si può passare dalla normalità alla merda che casca a fiocchi” . Metti che un elefante percepisca che sei lì: cosa fai? David non è Rambo e sparare è l’ultima delle risorse. Esce in pattuglia con americani o europei (volontari come lui), oppure coi ranger locali, che contribuisce ad addestrare. Sempre gratis, è chiaro. E giocandosi ogni anno le ferie in Africa, in terre dove la “Border War” tra Angola, Sud Africa e Zambia ha trasformato dei veterani dei campi di battaglia in bracconieri a caccia dell’oro di cheratina.La storia di David inizia nella provincia fiorentina, in quella Fucecchio dove si impazzisce dietro ad una corsa di cavalli (il Palio). Facendo lo scout e impara qualcosa di fondamentale: “Mi hanno sempre detto che avrei dovuto lasciare il mondo meglio di come l’ho trovato. E siccome penso che l’ingordigia e l’avidità dell’uomo ci stiano per privare di tesori inestimabili, ho deciso di mettermi in gioco”. Sul campo, “Boots on the ground”. Cioè calpestando la terra per davvero, non pontificando da dietro una tastiera. Poi David cresce e studia: va all’estero per lavoro, a Siviglia, per 11 mesi. Cambia modo di pensare, decide di evadere dalla routine, tanto da tornare a casa per...licenziarsi.Va a Genova e si crea una famiglia, ritrovando un’occupazione. Ma in quella testa c’è un tarlo che non si riposa: è quell’idea dell’Africa, di vivere senza la tecnologia, di depurarsi. E di fare qualcosa contro i “poachers”, i maledetti bracconieri. Ma in Africa, senza preparazione, non si va. E allora via all’addestramento intensivo, per curare ogni aspetto e prepararsi a qualsiasi imprevisto (come essere caricato da un branco di elefanti). Nel giorno del battesimo della figlia deve fare le corse contro il tempo, perché dopo la cerimonia lo aspetta un corso da futuro ranger. Nel primo episodio dell’epica trilogia de Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, il maestro – e poi nemico – di Batman Ra’s al Ghul spiega a Bruce Wayne che “L'addestramento è niente, la volontà è tutto! La volontà di agire!”. Perché senza la volontà, senza una forza che spinge da dentro, nessun addestramento ti potrà sostenere nei lunghi pattugliamenti, nelle notti in cui il ruggito dei leoni in amore ti scuote l’anima, facendoti tornare a quando eri soltanto una delle tante prede per il carnivoro di turno.Ma torniamo a David, che non può nemmeno rivelare, se non dopo essere tornato, in quale riserva ha prestato servizio, per non dare vantaggi scontati al nemico. Che non è uno sprovveduto e che - in gergo - si chiama “Tango”. David va in Namibia, in Sud Africa, a più riprese. E piomba nel mondo dove il genere umano ha avuto inizio, l’Africa. “E lì sei contento se hai un cesso e l’acqua corrente”, aggiunge David. Il pattugliamento si fa in jeep, in gruppi di 2 o 4 unità.  Il driver è di solito quello più esposto, perché in caso di agguato il bracconiere mira al guidatore, così da fermare il mezzo. E, se finisci in un’imboscata, devi prima metterti in salvo, poi verificare le condizioni del partner e infine chiamare via radio la base per i soccorsi.Dalla jeep però si scende, armati di binocolo, bussola, fucile, kit medico di primo soccorso, un cane (quando c’è) e poco altro.E una volta giù comandano gli animali, sei nel loro territorio: “Si impara a capire dove sono gli animali anche dalla forma e dalla consistenza degli escrementi. Ti può capitare di trovarti davanti un maschio di elefante, parecchio arrabbiato perché sei nel suo territorio. Quando inizia a sbattere le orecchie è il momento di scappare. Oppure può succedere che – mentre stai dormendo – senti i ruggiti di due leoni maschi che stanno combattendo per le femmine. In Africa quando è buio è buio, non vedi niente. E quei ruggiti ti entrano nel subconscio primordiale, non te li scordi più”. Ci vuol poco a crederci, sinceramente. Che dire poi delle minacce “invisibili”: “Sugli alberi ci sono i serpenti, mentre i ragni violino sono nascosti dove non immagini nemmeno. Quando ti mordono c’è poco da fare: il loro veleno è citotossico e pian piano ti mangia i tessuti. Devi vivere costantemente all’erta ma non con la paura di morire ogni secondo. Senza dimenticare che quando saliamo in macchina dobbiamo controllare tutto: maniglie, cruscotto, sedili, alla ricerca di insetti, ragni o serpenti”. Tutto questo al lordo dei bracconieri, che se fossimo nella saga di Star Wars sarebbero i Sith, i custodi del lato oscuro che alla fine trasformano Anakin Skywalker nel crudele Darth Fener.

I bracconieri hanno un solo obiettivo, il corno. Non importa come, non importa quanto dolore l’animale debba sopportare, l’importante è strappargli dal muso il suo simbolo e la sua più grande condanna. I bracconieri di solito agiscono in tre, sfruttando la “Poacher Moon”, la luna del bracconiere: uno ha il machete, uno ha la motosega e un altro il fucile da caccia grossa ( a volte nel “commando” ci sono anche delle donne). Si intrufolano nella riserva e sparano all’animale, per poi procedere con la rimozione del corno. L’anestesia non esiste, è chiaro. Così il rinoceronte – se sopravvive – si risveglia senza il corno, mentre i suoi aguzzini hanno per le mani un oggetto che al grammo costa più dell’oro bianco, la coca. Il compito dei ranger come David è solo di proteggere gli animali (anche ippopotami e grandi primati) e di consegnare queste persone alla legge. Ma, in caso di conflitto a fuoco, il ranger deve saper eventualmente prestare soccorso al compagno, sperando che sopravviva. Il bracconiere non ha interesse ad attaccare direttamente il ranger ma può reagire in maniera estrema se messo alle strette. E’ raro, ma può accadere (ed è già successo). Come può accadere di ritrovare un rinoceronte ferito dopo 9 giorni di pattugliamento in un territorio sterminato. A quel punto ogni sforzo viene ripagato. E si può anche sopportare di esser “fuggito” dal battesimo della figlia per andare ad addestrarsi.






Questa è la storia di David, un uomo di 40 anni, senza fronzoli, che non si sente né vuol sembrare un novello Rambo. L’addestramento l’ha reso pragmatico ma alla fine ci salutiamo con un selfie. Il giornalista col sogno di fare lo scrittore e l’architetto - ranger che ridono assieme: chi l’avrebbe mai detto. 






Commenti

Post popolari in questo blog

PRATICA GESTI CASUALI DI GENTILEZZA E ATTI INSENSATI DI BELLEZZA

Guardo WhatsApp, in particolare il profilo della persona che andrò ad intervistare e mi colpisce la frase che accompagna la sua foto, che è quella che da’ il titolo a questa storia: "Pratica gesti casuali di gentilezza e atti insensati di bellezza", della scrittrice Anne Hebert. È la così detta Serendipity, cioè la fortuna (ma anche la capacità) di trovare qualcosa di valore e di piacevole mentre non lo si sta cercando. Dalla fusione della parola Serendipity con la parola Life nasce la nostra protagonista: Serendilife, una linea no profit di cosmetici creata ad hoc per le persone che stanno affrontando un percorso terapeutico in oncologia. Creme, detergenti, burro di cacao progettati appositamente per quelle epidermidi già provate dall'impatto della cura farmacologica; come l'olio gel prodotto per lenire il disagio che si crea alla cute a causa del contatto prolungato con la parrucca. Dietro questo piccolo miracolo c'è la forza di tre amiche: Stefania Caparrini,

"DOBBIAMO IMPARARE A SO-STARE": LA PAROLA ALLA PSICOLOGA DOPO I MESI DI LOCKDOWN

Il lockdown è terminato, siamo nella fase 3 dove le nostre libertà sono tornate (quasi) quelle di prima. Ma il fatto di dover rimanere "prigionieri" a casa ha lasciato degli strascichi evidenti dentro ognuno di noi. Sì, ma quali? Per capirlo meglio mi sono rivolto alla dottoressa Martina Francalanci (nella foto), che avevo interpellato già durante la fase 1. La psicologa si occupa – tre altre cose – di gestione dell’ansia, di flessione dell’umore e anche delle difficoltà relazionali. Tutte questioni che stiamo tastando  con mano ogni giorno. L'invito di chi quotidianamente si confronta con tematiche così complesse è di focalizzarsi sul bello che può riservarci il presente. E di imparare a "so-stare".  Dottoressa, quali sono state le principali conseguenze per i giovani di questi  mesi di lockdown? Gli effetti sono stati molto diversi tra loro: dall'accentuarsi dei disturbi alimentari, all'aumento di ansia e depressione ma anche al miglior di alcune condi